La torre di San Biele.

La torre detta di San Biele, fatta costruire nel 1270 dal capitano del popolo Raniero Gatti, sorge isolata rispetto alla cerchia delle mura urbane. Essa fu costruita infatti in previsione di un allargamento a levante della città e nell'intento di portare all'interno delle mura il complesso di Santa Maria in Gradi esposto a tutti gli attacchi e privo di difese. Le incanalature delle imposte, nonché le feritoie per la discesa della saracinesca indicano con chiarezza che essa doveva servire come porta urbica. Questa porta sorgeva sulla variante della strada cimina che entrava in Viterbo per porta Vallia preso la chiesa delle Fortezze. La torre deve il suo nome ad un'antica chiesa dedicata a San Michele che sorgeva nei suoi pressi, il nome prima fu corrotto in san Miele quindi, appunto, in San Biele. Non è questo comunque l'unico nome che nel corso dei tempi fu dato alla torre, essa viene anche ricordata col nome di torre delle pietrare dal nome del luogo in cui sorge, nonché di torre della cipria perché nel settecento, nelle vicinanze della torre esisteva un molino dove si fabbricava polvere di Cipro e amido. La torre a due piani, si presenta vuota sul lato verso la città e questo permetteva, nel caso fosse stata conquistata dal nemico, di non poter essere da questi difesa essendo i soldati esposti agli attacchi dei cittadini. Un'epigrafe posta sopra l'arco esterno, affiancata da due stemmi della famiglia Gatti, ricorda che essa fu costruita senza che fossero messe nuove tasse. Sopra l'arco interno, invece, vi era un affresco con Madonna in trono i cui resti sonooggi conservati nel museo civico.

 (Alessandra Ambrosini)

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Opere consultate:
CESARE PINZI, I principali monumenti di Viterbo, Viterbo, Sette Città, 2a edizione, 1999.
ANDREA SCRIATTOLI, Viterbo nei suoi monumenti, Stab. F.lli Capaccini, Roma, 1920.
ALFIO CORTONESI, PAOLA MASCIOLI, Medioevo Viterbese, Roma, Sette Città,2004.