Piazza San Carluccio, sullo sfondo il campanile della chiesa del Gonfalone.



Via San Pellegrino di notte. Sullo sfondo il palazzo degli Alessandri.


Il quartiere di San Pellegrino è uno dei più antichi di Viterbo. Con i suoi vicoli, le sua case a ponte, le sue torri, conserva intatta l'impronta medievale della città. Esso è costituito dall'agglomerato di case che vanno da piazza San Carluccio fino a via San Pietro ed è attraversato in tutta la sua lunghezza dalla via che si chiama appunto via San Pellegrino. La loro costruzione è databile tra il 1100 ed il 1200 e le abitazioni, come pure la pavimentazione delle vie, sono in peperino, una pietra lavica tipica della zona. Le costruzioni presentano elementi caratteristici tipici della zona quali il profferlo (scala esterna che collega il piano terra con il primo piano) ed il richiastro (cortile interno al servizio di una o più abitazioni). Lungo via San Pellegrino si affacciano le case dei nobili e della loro servitù, collegate tra loro da passaggi interni e cavalcavia. Centro del quartiere è la piazza di San Pellegrino. Questa piazza offre uno splendido esempio di piazzetta medievale che certamente non era il centro cittadino quanto piuttosto il centro di un quartiere residenziale signorile. Su di essa si affaccia la chiesa omonima e il palazzo degli Alessandri.
La chiesa è uno dei monumenti più antichi di Viterbo, essendo menzionata già in un atto del 1045. Nel 1889 comunque la facciata fu completamente rifatta e l'arco a sesto acuto che la caratterizza stona un poco con il resto della piazza. Essa ha subito gravi danni durante i bombardamenti dell'ultima guerra. Della costruzione originaria rimangono solamente alcuni tratti delle mura esterne nonché l'arco a tutto sesto che sormonta il portale laterale.
Il palazzo degli Alessandri è forse il manufatto più rilevante dell'intero quartiere, se è sopravvissuto sino ai nostri giorni lo si deve a papa Innocenzo IV che, con apposita bolla del 1252, raccomanda di non distruggere le abitazioni dell'illustre casata, (esiliata in seguito alle guerre tra opposte fazioni che si combattevano in quei tempi) in quanto erano opere artistiche di pregio. Le case del quartiere, sono spesso munite di torri, queste avevano sia funzioni abitative che di difesa. I primi tratti di mura cittadine non racchiudevano tutti i quartieri, il quartiere di San Pellegrino era appunto tra quelli fuori la cinta muraria, da quì la necessità di costruire case fortezza munite di torri. Ipotesi, non suffragate però da prove certe, attribuiscono anche ai locali a pianterreno o semiinterrati, funzioni strategiche. Il locale sotto il palazzo degli Alessandri permette l'accesso ad una galleria sotterranea che sembra possa sbucare in aperta campagna. Il quartiere di San Pellegrino, per la sua unicità, ospita durante l'anno varie manifestazioni, tra queste le più importanti sono: San Pellegrino in fiore, Caffeina, Ludika1243.

 

(Angelo M. Ambrosini)

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Opere consultate:
A. SCRIATTOLI, Viterbo nei suoi monumenti, Viterbo, FAVL Edizioni Artistiche, 1988
LIDIA GREGORI, Quartiere S. Pellegrino, in «Il centro storico di Viterbo», Betagamma, Viterbo 2001, pp. 76-81.
LIDIA GREGORI - ALESSANDRA PERUGI, Palazzo degli Alessandri, in «Il centro storico di Viterbo», Betagamma, Viterbo 2001, pp. 84-87.
CESARE PINZI, I principali monumenti di Viterbo. Guida per il visitatore, Sette Città, Viterbo 1993.
LUIGI CRESCIA, Il quartiere di S. Pellegrino, il palazzo degli Alessandri e la casa medievale viterbese, Sette Città, Viterbo 2001.