Due stemmi sull'esterno destro della chiesa.


Piccola rosetta sull'esterno destro della chiesa.


Pietra con due volti sull'esterno destro della chiesa.

La chiesa oggi conosciuta col nome di San Carlo originariamente era intitolata a San Nicola e, insieme alla chiesa di San Andrea, situata nello stesso quartiere, rimase per molto tempo sotto la giurisdizione del'abbazia di Farfa.
È appunto con il nome di di San Nicola de plano Scarano che è ricordata nei documenti risalenti al 1152.
La chiesa si chiamò anche San NIcola degli Scolari finché nel 1636, essendo stato costruito li vicino un ospizio per vecchi poveri ed inabili da una compagnia che aveva come patrono San Carlo prese il nome che conserva tuttora.
La chiesa, è stata sottopoasta a pesanti inteventi di restauro negli anni tra il 1994 ed il 2002 avendo subito un grande degrado nel corso dei secoli, basti pensare che era stata divisa a metà nel senso dell'altezza ed il locale inferiore adibito a legnaia.
La chiesa, di semplice stile romanico, ha tre navate divise da massicce colonne con capitelli a corona, la copertura è a tetto. Il retro della chiesa è quasi tutta inglobata nell'edificio conventuale, resta visibile solo una piccola porzione dell'abside centrale che presenta alla sommità una decorazione ad archetti, decorazione che, con alcune varianti, ritroviamo anche nelle altre chiese romaniche della città.
Al suo interno, sulla seconda colonna di destra si può ammirare un affresco del XV secolo raffigurante la Madonna con Bambino.
Sulla lunetta che sovrasta l'interno della porta laterale, sempre sulla navata di destra, vi è un affresco del XIII secolo raffigurante Cristo tra la Madonna e San Giovanni.
La facciata, sulla quale si aprono tre monofore in corrispondenza della navate, è carattterizzata da un alto campannile a vela con due campane.

Riportata, per quanto possibile, all'aspetto originario, l'intero complesso conventuale ospita dal 2002 la facoltà di Scienze politiche dell'univesità della Tuscia, la chiesa ne costituisce l'aula magna mentre il resto del compleso ospita le aule e gli uffici.

 

(Angelo M. Ambrosini)

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Opere consultate:
CESARE PINZI, I principali monumenti di Viterbo, Viterbo, Sette Città, 2a edizione, 1999.
A. SCRIATTOLI, Viterbo nei suoi monumenti, Viterbo, FAVL Edizioni Artistiche, 1988