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Resto di affresco nella cripta raffigurante l'Agnus Dei e i simboli evangelici di S.Giovanni e S. Luca



Un'antica pietra, finemente scolpita, usata per la costruzione del muro perimetrale di sinistra della chiesa.




Vetrata policroma dell'abside centrale.





L'attuale chiesa di S. Andrea, dedicata all'Apostolo pescatore, probabilmente ha sostituito l'antica pieve del vico Squarano intorno all'anno 1148 anche se, in una bolla dell'anno 852 di Leone IV, troviamo citata una pieve di S. Andrea in campo che potrebbe essere all'origine dell'attuale chiesa.
Absidi, finestre e mura perimetrali non hanno subito modifiche nel tempo, lo stesso non si può dire della facciata che appare profondamente rimaneggiata.
L'interno della chiesa ha subito profondi restauri nel 1902. In tale occasione si è cercato di serbare i caratteri architettonici originari e dove è stato possibile, come nelle transenne del presbiterio, si sono copiati motivi e decorazioni da avanzi rinvenuti tra i reperti interrati della cripta.
La parte più interessante dell'intero edificio è la cripta. Essa crollò tra il cinque ed il seicento poichè nel 1564, a seguito della decisione del vescovo Gualteio, la parrocchia di S. Andrea, che sino ad allora era stata parrocchia unica del quartiere, fu incorporata alla cattedrale e la chiesa subì un progressivo abbandono.
Fu restaurata, insieme alla chiesa, nel 1902, dall'architetto viterbese Filippo Pincellotti.
Da sottolineare che mentre di norma le chiese sotterranee hanno origini più antiche rispetto alla chiesa sovrastante, quì sembra quasi il contrario predominando il romanico al piano superiore e lo stile ogivale nella cripta.
Lo stile dei resti degli affreschi ritrovati nella cripta denotano un suo restauro o quantomeno un suo abbellimento verso il duecento.
La chiesa è di origine romanica, ne sono testimonianza il capanile a vela che sormonta la facciata, parti dell'abside e delle mura perimetrali. Presenta anche alcune caratteristice tipiche delle costruzioni monastiche come il presbiterio rialzato da dieci gradini per dividere i monaci dal popolo; la sua costruzione avvenne infatti per volonta dell'abbazia di Farfa.
La chiesa, ampliata nel XII secolo per soddisfare le esigenze dell'aumento di popolazione del quartiere, è costituita da un'unica navata sviluppata nel senso della larghezza con il presbiterio rialzato chiuso da tre absidi. Al centro di ognuna delle absidi si apre una finestra.
Solo piccole porzioni degli affreschi che decoravano la chiesa sono sopravvissuti, sulla parete di sinistra si può ammirare il resto di un affresco di scuola Senese raffigurante i santi Lorenzo e Stefano.
La cripta fu riscoperta durante i restauri del 1902, fino ad allora, adibita a cimitero, era chiusa da un muro.
Essa risale al XII secolo, e nel corso dei secoli ha subito numerosi rifacimenti: il primo verso il 1268, il secondo a seguito di un crollo tra il XVI e il XVII secolo, il terzo nel 1902 ed infine l'ultimo dopo i bombardamenti dell'ultima guerra.
La cripta di origine duecentesca ha il soffitto con volte a crociera con le nervature a forma slanciata propria del gotico. Il soffitto è sorretto da basse colonne capitellate, alcune di esse sono incassate nel muro. Al suo interno vi sono tracce di pitture dei secoli XIII e XIV attribuite a Ranuccetto da Viterbo(1270 circa). Di particolare interesse una porzione di affresco sopra l'altare raffigurante l'Agnus Dei ed i simboli evangelici di S. Luca e S. Giovanni.

 

(Alessandra Ambrosini)

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Opere consultate:
A. SCRIATTOLI, Viterbo nei suoi monumenti, Viterbo, FAVL Edizioni Artistiche, 1988
F. BUCCA, Le antiche pievi di S. Andrea e S. Nicola a Pianoscarano, in «Biblioteca & società» Vol. XXXIII, n. 4, Viterbo 1997, pp.27-30.