Tratto della strada Signorino con la sua atmosfera cupa



Le alte pareti scavate nel tufo che delimitano la tagliata.



Un altro tratto molto suggestivo della strada.


La strada Signorino,di origine etrusca, è un profondo percorso seminterrato scavato nel tufo che unisce la contrada Signorino (dal nome di una famiglia del XV secolo) a porta Faul.
Essa si snoda tra alte pareti di tufo che nei punti più alti raggiungono anche i 12 metri.
E' conosciuta anche come cava S. Antonio da un'edicola dedicata al Santo situata su una delle sue pareti.
L'oscurità gettata dalle alte paretri di tufo e dalla volta verde formata da piante secolari suggerisce strane ed inquietanti suggestioni.
Lungo la strada esiste una grotta detta del diavolo e alcune leggende narrano di strane processioni notturne di Lucumoni (antichi sacerdoti etruschi). Per questo, specialmente durante il medio evo, sulle pareti di tufo, furono scolpite, a protezione dei viandanti, croci contro il maligno . L'edicola dedicata a S. Antonio potrebbe aver avuto questa funzione.
Indubbiamente percorrere strada Signorino, specialmente di notte, mette un certo timore; ben vengano dunque edicole votive e croci ad esorcizzare antichi fantasmi.
In pratica si tratta di una "Tagliata" termine con il quale si indicano antiche strade etrusche, scavate appunto profondamente nella pietra tufacea, presenti nell'area centrale dell'antica Etruria nel territorio vulcanico intorno al lago di Bolsena. La rete più estesa di tali ciclopiche realizzazioni si trova nei comuni limitrofi di Sovana, Sorano e Pitigliano. Queste colossali opere non hanno trovato ancor oggi una spiegazione che metta d'accordo gli studiosi. Tra le numerose teorie, per giustificare la loro costruzione, sta prendendo sempre più piede che esse furono concepite e realizzate come percorsi religiosi, ne sarebbe prova la contiguità di tali opere con aree sacre e necropoli. Secondo questa teoria, queste opere gigantesche, sono da porre in relazione con alcuni aspetti particolari della religione etrusca: il culto della madre terra e del mondo sotterraneo dell'aldilà.
Altre teorie attribuiscono loro funzioni diverse: difensive, di comunicazione, di fuga e di canalizzazioni per le acque. Nel corso dei secoli, talune di esse, assunsero certamente tali funzioni ma nessuno di questi utilizzi sembra giustificare appieno la loro costruzione. Quello di percorsi sacri, dunque, è attualmente la teoria che convince maggiormente.

Va segnalato che attualmente questa opera ciclopica, oltre che all'attacco del tempo, è soggetta anche allo scempio operato dall'uomo. La scarsa sensibilità verso la storia delle pubbliche amministrazioni, non solo non mette in atto misure per conservarla ma, nell'intento di adeguarla al traffico moderno sta distruggendo per sempre questa memoria storica della nostra terra.

 

(Alessandra  Ambrosini)

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Opere consultate:
G. FEO, Le vie cave etrusche , Laurum editrice, Pitigliano 2008.
FRANCESCO MATTIOLI, Dentro Viterbo, Catania, Bonanno Editore, 2009.